il mio posto è con te

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giovedì 27 maggio 2010

Uno dei più famosi Attori di Fotoromanzi: FRANCO GASPARRI

Alla domanda di una fan nel 1974 " Che cosa ti esalta?" rispondeva così: " Una corsa in moto". Erano i tempi d’oro del fotoromanzo che coincidevano con il suo enorme successo, ma mentre correva sul raccordo anulare con la sua Kawasaki 900 il destino gli preparava il conto. Una frattura alle vertebre cervicali fu il risultato del terribile incidente; rimase un mese in rianimazione e poi fu trasferito in Inghilterra all'ospedale di Stoke Mandeville, dove rimase per 5 lunghi mesi, nella speranza che il mitico professor Kao gli restituisse l'uso delle gambe, ma non ci fu niente da fare. Franco rimase paralizzato per sempre, sia alle gambe che alle braccia, riuscendo a muovere appena un pò le mani. Il padre Rodolfo non resse al dispiacere e pochi mesi dopo, morì.

Nel 73 si era diffusa la notizia (una bufala) che Franco Gasparri ed un altro attore di fotoromanzi Pierre Clement (che nel cinema aveva lavorato in alcuni film western di Sergio Leone con lo pseudonimo di Peter Lee Lawrence) fossero morti, e centinaia di lettrici avevano scritto e telefonato alla Lancio preoccupate per la sorte dei loro beniamini; bufala o premonizione? Anche Pierre Clement fu molto sfortunato: stette tra la vita e la morte per molto tempo a causa di una embolia scoppiata mentre faceva un'immersione subacquea, e, ripresosi dall’intervento alla testa, morì circa un anno dopo.

"Ero bello, ricco, famoso, spensierato, pieno di speranze e di progetti, felice. A un tratto tutto questo è finito"

Franco GasparriRicordava così il momento del suo terribile incidente avvenuto il 4/6/1980, il bravissimo e bellissimo attore di cinema e fotoromanzi scomparso prematuramente a Roma il 28/3/1999 a soli 50 anni, all'Ospedale S. Carlo di Nancy, per una insufficienza respiratoria. Era nato a Roma il 31/10/1948, sotto il segno dello scorpione, ma dopo quindici giorni era tornato a Senigallia, città di origine della sua famiglia.
Solo ad undici anni si era ritrasferito a Roma con la famiglia: il fratello Franco Junior più giovane di lui di circa sedici anni, la madre Violetta Pernini e il padre Rodolfo, pittore, disegnatore e cartellonista di grande talento, autore di alcuni dei più noti film usciti negli anni 50. Il padre era originario di Castelfidardo dove ancora oggi vi è una mostra permanente dedicata a lui.
Fu sognando davanti a quei manifesti per lui così familiari che gli venne la passione per il cinema, partecipò infatti come comparsa ad alcuni film del genere mitologico per prendere confidenza con il set. Non si sentiva portato per lo studio e abbandonò la scuola mentre frequentava il terzo anno all'Istituto Tecnico Bernini.
Il servizio militare lo fece a Pisa, nei paracadutisti, e qui conobbe un famoso attore di fotoromanzi: Luis La Torre, che gli consigliò di tentare la carriera nel mondo dello spettacolo mandando delle foto alle principali case editrici. Al ritorno Franco seguì il suo consiglio e riuscì ad interpretare un fotoromanzo per Sogno, allora di proprietà della Rizzoli, che si intitolava "Rendetemi mia figlia", e in cui appariva al fianco di Patrizia Ceccarini e Renato Stazzonelli col suo vero nome: Gianfranco Gasparri.
Era il 1970, il fotoromanzo era pure carino, ma la casa editrice non lo richiamò. Trovò invece lavoro alla Lancio, malgrado il suo taglio di capelli corto non gli donasse. Poi i capelli crebbero ed anche il suo fascino, e le sue quotazioni salirono alle stelle.
La Rizzoli si pentì amaramente di non averlo fatto lavorare e gli offrì dei compensi da capogiro per riaverlo, ma Franco rimase fedele alla Lancio. Nel 1975 Franco riuscì ad avere anche un sosia disegnato, la Lancio infatti, sfruttando l'enorme popolarità di alcuni suoi attori, pubblicò Lanciostory, una rivista a fumetti in cui comparivano i personaggi dello seriale Jacques Douglas: Ken Rogers e Dan Sharrett (Franco Gasparri e Kirk Morris). La serie andò avanti un anno, ma il giornale esiste ancora oggi.
La Lancio iniziò a pubblicare fotoromanzi anche in Inghilterra e si convinse che fuori dall'Italia fosse più opportuno dare nomi d'arte agli attori (a differenza dei paesi latini, nei quali i nomi rimasero inalterati); fu così che Michela Roc venne chiamata Maggie Rogers, Adriana Rame divenne Anna Rivers e Claudia Rivelli Marion Martin; Franco Gasparri però continuò ad essere sempre Franco Gasparri, era così famoso da non dover cambiare nome.
Fu un susseguirsi di successi uno dietro l’altro nelle pagine delle riviste Lancio, lette da milioni di fans in tutto il mondo. E i produttori cinematografici avendo fiutato l’affare gli fecero una corte serrata. Volevano portare sullo schermo i personaggi che lo avevano reso famoso, come Ken Rogers, l’investigatore privato della fortunata serie "Le avventure di Jacques Douglas", ma lui non volle mai rifare il verso alla Lancio, per la quale provava una riconoscenza enorme, e recitò nel cinema solo tra un fotoromanzo e l’altro, quando gli fu finalmente proposto qualcosa di convincente. Interpretò "La preda" e "La peccatrice", entrambi con Zeudi Araya, ma la grande occasione che aspettava gli capitò con una fortunata serie poliziesca. Il regista Stelvio Massi gli affidò infatti il ruolo di protagonista con il personaggio di Mark Terzi, commissario della squadra narcotici in: "Mark il poliziotto", successo poi bissato da "Mark colpisce ancora" e "Mark il poliziotto spara per primo". Fu scelto proprio grazie alla sua notorietà e alla sua bravura, ma nessuno, neanche nelle più rosee previsioni, avrebbe mai sperato un successo così clamoroso di botteghino: "Mark il poliziotto" costò 208 milioni e incassò miliardi di Lire. A Milano, dove si girò uno di questi film, l’albergo dove Franco alloggiava fu letteralmente preso d’assalto da una folla scatenata di ammiratrici. Ma Franco rimase sempre una persona semplice, il successo non l'aveva cambiato, abitava a Roma, ma tornava spesso a Senigallia, dove vivevano ancora i parenti: il nonno Marino, pescatore, la nonna Adalgisa, alla quale era molto legato, e gli zii.

Il fotoromanzo aveva conosciuto il momento di massimo splendore proprio negli anni 70, di pari passo al successo di questo incredibile personaggio, amato sia dalle donne che dagli uomini; Franco era molto più di due bellissimi occhi verdi, era l’amico che tutti avremmo voluto avere, un uomo alla mano e di sanissimi principi. I colpi di testa li riservava soltanto alle pagine dei fotoromanzi, dove ad ogni avventura aveva accanto una partner diversa, sempre brava e bellissima: Michela Roc, Paola Pitti, Katiuscia, Barbara De Rossi, Claudia Rivelli, sua sorella Francesca, anche lei passata al cinema con successo con lo pseudonimo di Ornella Muti. Nel fotoromanzo preferito da Franco "troppo piccola per l’amore", Ornella ha solo quattordici anni. In circa dieci anni di lavoro alla Lancio, Franco ha interpretato 429 fotoromanzi, di cui 390 da protagonista. I suoi personaggi sono stati di ogni tipo: dal falegname al dirigente di industria, dallo scrittore all'’investigatore privato. Franco li studiava nei minimi particolari, per dare sempre il meglio di sè e perchè credeva moltissimo nel fotoromanzo e voleva dimostrare a tutti che era un genere che si era culturalmente molto elevato dai primi e criticati "giornaletti per massaie" degli anni 50. In quegli anni si fece un sondaggio per votare l'uomo più bello e amato d'Italia. Il sondaggio fu vinto da Franco, ma in Tv fecero risultare vincitore Marcello Mastroianni, perchè era più conosciuto al pubblico del cinema e della Tv.

Franco era un simbolo degli anni 70, non a caso era stato eletto uno dei primi cinque uomini di successo italiani di quegli anni, riceveva migliaia di lettere e nella sua bella casa di Via Gregorio VII, vicino a S. Pietro, le conservava in una stanza dedicata interamente ai ricordi. Le sue fans gli sono state di grande conforto nel momento della disperazione, dopo il terribile incidente che lo aveva inchiodato senza speranza ad una sedia a rotelle, e gli hanno dato la forza interiore che Franco trasmetteva ai suoi familiari: la moglie Stella Macallè, che aveva conosciuto nel 69 (scomparsa di malattia nel 94), e le figlie Stellina e Luna.
Franco amava il gioco del calcio, e prima dell'incidente aveva giocato regolarmente in alcune squadre: la Vejana, la Tomba di Nerone e l'Epiro; proprio nell'ultimo campionato era stato il capocannoniere. La passione per il calcio gli era rimasta anche dopo l'incidente, ed ogni domenica si recava allo stadio a tifare per la Lazio, dove aveva molti amici, anche fra i giocatori.

Niente più cavalcate in riva al mare col suo cavallo Folgore, niente più pesca subacquea nel mare di Lampedusa, niente più partite di calcio, il suo sport preferito, niente più...

(Source: http://www.fotoromanzi-topilio.it/ATTORI/francogasparri/francogasparriunavitadafotoromanzo.htm)
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Ricordo che da bambina le mie zie, appena poco più grandi di me, adolescenti, erano assidue lettrici di fotoromanzi. Innamoratissime di Gasparri e in fondo, è sempre piaciuto anche a me. Era bellissimo e pare che fosse una gran persona anche fuori dai set.
Oggi occasionalmente acquisto (attraverso e-bay)i fotoromanzi degli anni 70, specialmente quelli in cui c'è lui. Mi proiettano in un mondo che, forse, era educolcorato anche per quei tempi (se ricordo i tg serali pieni di spari, rapine, omicidi, mafia, terrorismo, morti per droga...)ma che danno l'idea di come il mondo sia davvero cambiato, una rivoluzione francese nei costumi.
Allora nei fotoromanzi non si dicevano parolacce, non c'erano scene di nudo, caso mai qualche ardita foto dei protagonisti a letto, lui forse a torso nudo, lei mai. Le protagoniste erano, nonostante fossero gli anni forti del femminismo, sempre sognatrici e romantiche anche quando vivevano da sole, avevano un loro lavoro...Sognavano sempre l'uomo e l'amore.
In fondo, il richiamo della felicità è sempre il medesimo, un compagno, qualcuno che ti ami per come sei, una vita insieme...Come diceva Miss Marple, l'uomo (essere umano) è sempre uguale a se stesso.
E io dico che si, ha ragione lei, in fondo che siano angeli, demoni, highlander, conti rubacuori, pericolosi truffaldini, dottori dal cuore d'oro...Ci catturano sempre il cuore.
Franco Gasparri ha interpretato centinaia di ruoli ed era bravo oltre che bello, perciò maggiormente credibile.
Che riposi nella luce.

Oggi parliamo di Fotoromanzi

Il fuilleton è l'antenato del fotoromanzo. Significa letteralmente "spazio in fondo alla pagina" (in gergo giornalistico taglio basso). Nasce in Francia l'1 /7/1836 ed è una forma di romanzo popolare a puntate, creato appositamente per aumentare le vendite dei quotidiani.

L'8 maggio 1947 esce il primo vero e proprio fotoromanzo, la testata si chiama "Il mio sogno" (in seguito chiamato solo Sogno e acquistata dalla Lancio nel 1975) ed è il risultato dell'intraprendSognoenza del giovane romano Stefano Reda, giornalista appassionato di letteratura, e della fiducia accordatagli da Giorgio Camis De Fonseca, socio di Rizzoli e dirigente della Editrice Novissima di Roma, che lo finanzia. Sulla rivista c'è scritto: settimanale di romanzi d'amore a fotogrammi, ancora non appare la parola fotoromanzo. La rivista si compone di dodici pagine in bianco e nero e due puntate di fotoromanzi intervallati da racconti e rubriche, venduta al prezzo di 20 Lire. I soggetti sono dello stesso Stefano Reda e di Luciana Peverelli, scrittrice affermata di romanzi rosa. Nel fondo del cuore di Stefano Reda e Menzogne d'amore di Luciana Peverelli con protagonisti Glauco Selva e Resi Farrel sono i primi due fotoromanzi pubblicati. Pochi mesi dopo l'uscita del primo Sogno, esce Bolero, altra testata storica di fotoromanzi. A onor del vero un anno prima, nel 1946, usciva Grand Hotel, ma i suoi romanzi erano solo disegnati, non vi erano ancora le foto, poi si cominciò inserendo nelle vignette disegnate le fotografie dei volti, per poi arrivare alla sola fotografia.

Siamo ancora nel dopoguerra ed il fotoromanzo insegna a leggere a molte ragazze italiane. Le eroine sono sempre povere e romantiche, ma coraggiose e decise, per regalare speranze e a volte illusioni a gente semplice che ha bisogno di sogni. Come riporta il libro Le carte rosa di Ermanno Detti, che prende in esame l'evoluzione del fotoromanzo nel linguaggio, nei contenuti e nell'immagine, la storia delle carte rosa non è tanto la storia di come eravamo o di come siamo, quanto di come sognavamo e di come sognamo.

Tuttavia le prime proposte di storie a fotogrammi non sono storie inedite, ma sequenze di immagini tratte da film con l'aggiunta di didascalie; anche la Lancio con la testata Cineromanzi nata nel 1957 segue questa strada, pubblicando nei primissimi numeri immagini tratte dai film: La principessa Sissi con Romy Schneider, Violenza sull'autostrada con Luisa Ferida, Eliana e gli uomini con Ingrid Bergman. Nel n.9 del settembre 1957 pubblicizza la prima selezione Lancio vinta da Cristina Lauro ed Edoardo Chigi per partecipare al fotoromanzo L'uomo che segnò il mio destino, successivamente pubblicato dal settimanale Polvere di Stelle, rivista di un'altra casa editrice. Un po' l'antenato del concorso I ragazzi Dedem, di qualche anno fa.

I primi teatri di posa (niente a che vedere con quelli di oggi della Lancio), erano nel capannone di via Romanello da Forlì, al prenestiano. Lì, con un compenso di cinquecento lire per comparsata, gli aspiranti attori sognavano una sfolgorante carriera come quella di Sofia Loren o di Gina Lollobrigida . Il primo numero è subito esaurito in edicola e per il secondo la tiratura viene raddoppiata. Si tratta ancora di storie semplici realizzate con una tecnica rozza, ma il brutto anatroccolo si trasformerà presto in cigno.

Negli anni 60 nascono tante nuove testate prestigiose alla Lancio: Letizia, Charme, Marina, Jacques Douglas, Lucky Martin, ecc., la Lancio addirittura vola a Parigi e a New York per realizzare alcune delle sue più famose produzioni. E' a questa casa editrice soprattutto che si deve la qualità di questo genere che ha appassionato milioni di lettori in tutto il mondo.

La Lancio nasce nel 1936 dall'indimenticabile Arturo Mercurio come società di pubblicità, da qui il nome Lancio (da lancio pubblicitario).

Sono solo canzonette canta Edoardo Bennato, ma la "canzonetta" piace a moltissimi e non può essere considerata un sottoprodotto culturale; la stessa cosa vale per i fotoromanzi, una lettura per lungo tempo considerata minore, in passato anche immorale e inadatta alle adolescenti dai cosidetti benpensanti (gente che probabilmente non aveva sfogliato un solo fotoromanzo della Lancio), ma che ha acquistato una diffusione tale da non dover essere sottovalutata, un vero fenomeno culturale del ventesimo secolo. Sono passati gli anni e finalmente vengono riconosciuti al fotoromanzo i giusti meriti. Finalmente la televisione si interessa a questo genere dedicando ampi servizi alla Lancio e agli attori. Negli anni 70 invece, nel boom del successo, i Mass Media si sono poco occupati del fotoromanzo, snobbandolo; chi non ha snobbato gli attori sono stati invece i produttori cinematografici, che hanno corteggiato spesso Katiuscia, Claudia Rivelli, Michela Roc e soci, spinti dalla grande popolarità di questi attori e con la speranza di incassi miliardari. Franco Gasparri ne è l'esempio lampante. Il regista Stelvio Massi alla domanda "come scelse Franco Gasparri" risponde così:
Venne scelto grazie alla straordinaria notorietà che si era saputo conquistare sui fotoromanzi della 'Lancio". Ne venivano venduti cinque milioni al mese e da un sondaggio dell'epoca si calcolò che ogni mese erano oltre quindici milioni le persone che li leggevano. Allora con la P.A.C facemmo due calcoli..: diciamo che al cinema non vengono quindici milioni di persone sennò fai questo film e ti sistemi per tutta la vita, nemmeno cinque, nemmeno la metà... diciamo la meta della metà. Ahò ... so' venuti al cinema! Il film costò 208 milioni, uscì il primo agosto 1975 al Metropolitan e alla fine del mese aveva già incassato oltre 7 miliardi. Quelli della P.A.C. non ci credevano, tantomeno io. Ricordo che mentre giravamo il primo "Mark" c'era Mogherini che girava "Culastriscie nobile veneziano" sempre della stessa casa produttrice. Tutti mi sfottevano dicendo che io avevo rifatto La corazzata Potemkin... poi Mogherini non fece una lira ed il mio film fu l 'incasso dell'anno. Da un gioco diventò una cosa seria. Ne abbiamo fatti tre uno appresso all'altro e ancora oggi mi chiedo come abbiamo fatto ad incassare simili cifre con dei film a costo così ridotto.

Nel 1976 la tiratura delle varie case editrici raggiungeva in Italia la quota di oltre ottomilioni e seicentomila copie al mese. Nascono nuovi miti al pari di Marylin Monroe o James Dean; le ragazze italiane appendono alle pareti le foto dei loro attori preferiti: Franco Gasparri, Jean Mary Carletto, Claudia Rivelli, Michela Roc e Katiuscia sono i loro idoli e molte di loro fanno la fila fuori dai cancelli della Lancio per poterli vedere.

Dopo quarant'anni di vita questo genere di lettura è riconosciuto ormai senza più i pregiudizi di un tempo come espressione della narrativa popolare, la cosidetta letteratura rosa.
(TESTO di http://www.fotoromanzi-topilio.it/MIA%20PAGINA%20WEB/sorrisi%20fotoromanzi%20e%20tv/ilfotoromanzoquarantannimanonlidimostra.htm)

*Jared Padalecki: a sexy ghostbuster* (§1)

martedì 25 maggio 2010

Una frase a settimana : da "Settembre" di Rosamunde Pilcher

All'inizio di maggio l'estate arrivò finalmente in Scozia. L'inverno aveva tenuto troppo a lungo il paese nella morsa delle sue ferree dita, rifiutandosi di allentare la presa. Per tutto aprile venti gelidi da nord-ovest avevano infuriato, strappando i primi fiori dai pruni selvatici e bruciando le trombette gialle delle giunchiglie precoci. La neve incrostava ancora la sommità delle colline e giaceva profonda negli anfratti, e i contadini, non sperando più in pascoli nuovi, portavano fuori coni trattori l'ultimo foraggio e lo spargevano nei campi nudi, dove il bestiame mugghiava ammassato al riparo dei muretti di pietra.

mercoledì 19 maggio 2010

domenica 9 maggio 2010

BASTA CON LA CENSURA

Scudo della Rete

sabato 8 maggio 2010

Le Saghe: Angelique Sancé de Monteloup, Contessa di Peyrac e Marchesa di Plessis-Bellière

Oggi voglio raccontarvi di un'eroina, la capostipite delle bellissime eroine battagliere, sfortunate e che non si arrendono mai. L'indimenticabile Angelique.

Angelica (Angelica di Sancé de Monteloup, Contessa di Peyrac e Marchesa di Plessis-Bellière) «la marchesa degli angeli» è un personaggio immaginario creato dai coniugi Anne e Serge Golon. È la protagonista di 13 romanzi, pubblicati a partire dagli anni cinquanta, ambientati nella Francia del XVII secolo, da cui sono stati tratti anche cinque film.
Angelica è figlia di un barone decaduto. In gioventù scopre una boccetta di veleno destinata al re Luigi XIV e la ruba per poi nasconderla, sventando così l'attentato. Scopre anche l'identità dei congiurati: ciò la metterà in pericolo per tutta la vita.
Sposa controvoglia, costretta dal padre, il ricco Joffrey de Peyrac, conte di Tolosa, ricchissimo e dotato di un talento poetico incredibile, ma sfigurato e zoppo.
Quando Angelica viene conquistata dalle virtù del marito, il destino li divide: accusato di stregoneria, Joffrey de Peyrac è condannato a morte. Lei si ritrova reietta a Parigi e diventa la regina della pitoccheria con il soprannome di "Marchesa degli Angeli".
L'esclusiva per il commercio del cioccolato le consente di risollevarsi. Ricca, ma considerata borghese, non si accontenta della sua condizione. Costringe quindi il cugino Filippo, maresciallo di Francia, a sposarla e diventa così marchesa del Plessis-Bellièr.
Il marito, inizialmente sgarbato e violento, col tempo si innamora di lei (così come il re Luigi XIV). Filippo del Plessis si lascia morire durante una battaglia, dopo aver dato ad Angelica il suo terzo figlio.
Il re, vinto dal suo amore, capisce che Lei non cederà mai e le confessa che Peyrac non è morto sul rogo, Angelica fugge da Versailles e parte in cerca del marito.
Finita nelle mani dei pirati viene venduta al mercato di Candia. Il suo compratore è un pirata famoso (il Rescator). Angelica fugge e finisce alla corte del sultano del Marocco. Indomabile, riesce di nuovo a fuggire grazie all'aiuto del capo degli schiavi, Colin Paturel.
Viene ricondotta in Francia dove il re le ordina sottomissione. Lei solleva tutta la provincia del Poitu contro Luigi XIV, diventando "la ribelle di Francia".
Perde ma non si sottomette e scappa a La Rochelle, dove diventa cameriera di un ricco ugonotto. Ma gli ugonotti devono scappare dalla cittadina fortificata perché il Re li perseguita.
Angelica reincontra il Rescator nella rada di La Rochelles e lo convince a far fuggire lei ed alcuni Ugonotti verso l'America.
Si scopre ben presto che il Rescator non è altro che Joffrey de Peyrac.
La vita dei coloni francesi in America non è facile ma lei è sorretta dall'amore di Joffrey e dalla tenacia nel voler riconquistare il posto che spetta alla sua famiglia presso il re.

Sono libri indimenticabili, ricchi di colore, di fascino, di emozioni che hanno incantato milioni di lettori al mondo e che, come tutte ben sappiamo, non hanno arricchito poi molto i suoi creatori. Anne Golon, infatti, vive in semi povertà, vecchia e sola, mercè un contratto con assurde clausole che firmò all'inzio della carriera, insieme al marito Serge.

Dai romanzi sono stati tratti cinque film, tutti diretti da Bernard Borderie e interpretati da Michèle Mercier nella parte di Angelica e da Robert Hossein in quella di Joffrey de Peyrac. Non sempre rispecchiano i libri e spesso prendono delle licenze, vuoi per conto delle sceneggiature e dei costi di produzioni, vuoi forse per incontrare il gusto del pubblico, ma furono sempre molto amati.

* Angelica (Angélique Marquise des Anges) (1964)
* Angelica alla corte del re (Angélique et le roy) (1965)
* La meravigliosa Angelica (Merveilleuse Angélique) (1966)
* L'indomabile Angelica (Indomptable Angélique) (1967)
* Angelica e il gran sultano (Angélique et le sultan) (1968)

Anne Golon, pseudonimo di Simone Changeux (Tolone, 19 dicembre 1921), è una scrittrice francese.Pubblicò il suo primo romanzo (The Country from behind my Eyes) all'età di 18 anni, sposò Serge Golon conosciuto tempo prima durante un viaggio nel Congo.
La coppia di coniugi lavorarono insieme pubblicando la serie di romanzi di Angelica, decisero nel 1972 di stabilirsi nel Canada.

Serge Golon, pseudonimo di Vsevolod Sergeïvich Goloubinoff (Bukhara, 1903 – Québec, 1972), è stato uno scrittore francese.Figlio di un console, sfuggì alla rivolta della rivoluzione del 1917 trovando rifugio in Francia.
Durante uno dei suoi continui viaggi conobbe Anne Golon, una giornalista e scrittrice francese. entrambi si applicarono alla stesura della serie di romanzi di Angelica.

Ti consiglio un libro : Io & Dewey di Vicky Myron

Io & Dewey di Vicky Myron

TRAMA:a Spencer, un piccolo paese della provincia americana, un gattino di poche settimane viene lasciato da uno sconosciuto nella buca per restituire i libri della biblioteca pubblica. La bibliotecaria adotta il micetto e lo battezza Dewey. In poco tempo Dewey diventerà il beniamino di tutti i cittadini di Spencer che, da sospettosi e scorbutici, si trasformeranno in assidui frequentatori di libri. Dewey infatti possiede un dono: quello di comunicare con i disadattati, gli infelici, i bisognosi di affetto.

COMMENTO & CONSIGLIO:Non è un libro romance, lo so, ma è davvero stupendo!Letto tutto di un fiato, è un libro delizioso che colora di rosa i momenti bui. Lo consiglio assolutamente, specie ai gattofili

domenica 2 maggio 2010

Ti consiglio un libro : I CERCATORI DI CONCHIGLIE di Rosamunde Pilcher

Ho comprato questo libro nel lontano 1993, dopo aver letto un altro romanzo, a mio parere molto bello, di Rosamunde Pilcher ed esattamente .

TRAMA:Forse non le resta molto ancora da vivere ma Penelope Keeling ha imparato con arte a conciliare ricordi e speranze.
Nel suo passato c'è un padre tenerissimo e famoso, un marito scialbo e un grande amore.
Nel futuro ci sono i figli, gli amici e il suo splendido giardino da curare. Penelope Keeling conosce il segreto della felicità.

COMMENTO & CONSIGLIO: l'ho letto di un fiato a 23 anni, ammirando il fatto che si possa gioire di un libro romance come questo anche senza scene di eros bollente o intrighi o violenze. La serenità con la quale la Pilcher narra vicende mai noiose, ricche di pathos e scritte con una maestria che fa sembrare tutto molto semplice, almeno in apparenza, sono doti davvero rare. Lo consiglio perchè libri come questo sono come il vero amore, rari da trovare e una volta trovati, da tenere stretti.

Ti consiglio un libro : VIENI DA ME di Christine Feehan

Inizio con un libro che mi ha colpita molto, l'autrice è la statunitense, prolifica madre e prolifica autrice, CHRISTINE FEEHAN, il cui libro VIENI DA ME, mi ha regalato molte piacevoli ore di lettura.

TRAMA: Vieni da me
Stati Uniti, oggi. Il capitano Ryland Miller e la sua unità speciale si offrono volontari per partecipare a un esperimento top secret, mirato ad aumentare le loro capacità psichiche e a trasformarli in invincibili "armi umane". Dopo i primi successi, però, accade qualcosa d'inspiegabile e alcuni uomini muoiono tra sofferenze atroci. Ben presto, Ryland si convince che l'unica speranza di sopravvivere per lui e i suoi compagni sia evadere da quella sorta di prigione, ma i suoi piani sono sconvolti dall'arrivo di Lily, una scienziata che, sin dall'infanzia, ha dimostrato notevoli capacità telepatiche e che potrebbe far luce sul mistero. Tra Ryland e la giovane donna si scatena infatti un'attrazione fisica e mentale irresistibile, che tuttavia nessuno coglie e che sfugge soprattutto al padre di Lily, responsabile dell'esperimento, cui però non sfugge l'enorme rischio che stanno correndo quegli uomini. Prima di poter agire, tuttavia, lo scienziato viene brutalmente ucciso. La sola traccia che lascia dietro di sé è un ultimo, disperato messaggio telepatico a Lily...

COMMENTO: scritto in maniera scorrevole, carico di eros e di sentimenti, catapulta nel mondo soprannaturale della telepatia e dei misteri irrisolti lasciando la sensazione che non siano sciocchezze da baraccone ma che l'essere umano ha molto da scoprire su di sè. Non mancano le scene di lotta o di eros, dosate con molta abilità.

CONSIGLIO: personalmente l'ho trovato piacevole, sarà che poi adoro il Romance, quindi a chi lo ama, come me, non posso che raccomandarlo. Prende ore e restituisce sogni e una fiducia negli uomini, intesi come maschi, che spesso noi donne vediamo tradita. Anche se non super eroi come Ryland, c'è speranza che qualcuno valido ci sia ancora, la fuori.