il mio posto è con te

il mio posto è con te

venerdì 11 febbraio 2011

L'età dell'innocenza

Questa sera m'è venuto l'uzzolo di parlare di un libro che personalmente adoro, giacchè amo moltissimo la sua autrice, Edith Warton, che è un picolo gioiello della narrativa: L'ETA' DELL'INNOCENZA.
**********************************************************************************
L'età dell'innocenza è un romanzo della scrittrice statunitense Edith Wharton, pubblicato nel 1920 con il quale l'autrice vinse nel 1921, prima volta per una donna, il premio Pulitzer.
Newland Archer è un giovane e brillante avvocato, appartenente all'esclusiva società newyorkese. Equilibrato ed umano, Archer conosce, prima che sia annunciato il suo fidanzamento con May, Ellen Olenska, moglie separata di un corrotto conte polacco e cugina della stessa May. Ellen ha una personalità troppo schietta e sensibile per poter essere accettata in una società estremamente formale. Archer, invece, se ne innamora profondamente. Allo stesso tempo non vuole e non può sottrarsi ai suoi impegni con May. Pertanto decide di sposarla. Ellen va via e si trasferisce a Parigi. Ogni tanto torna il fantasma del passato e Archer è tentato di raggiungere Ellen in Europa, ma May gli annuncia di aspettare un figlio e lui ritorna ai suoi doveri.

L'ultimo capitolo si svolge trent'anni dopo, a Parigi. Archer è vedovo ed è a Parigi con suo figlio. Sarebbe libero ormai. Ellen li invita a casa sua, ma Archer manda solo il figlio. Preferisce tenere intatti i suoi ricordi.
************************************************************************************
Nel 1993 Martin Scorsese ne ha tratto un film meraviglioso con Daniel Day Lewis, Winona Ryder e Michelle Pfeiffer.
***********************************************************************************
E' un libro che fa riflettere su quanto possano condizionare le convenzioni sociali: amare una donna che appassiona ma sfidare per lei tutta la società col rischio di esserne bollato ed espulso oppure adattarsi ad amarae una donna socialmente perfetta ma apparentemente noiosa?

domenica 29 agosto 2010

Le cover dei nostri amatissimi romance

La prima cosa che ci attira di un libro è, ammettiamolo, la copertina.
Difficile seguire quell'adagio che recita "non giudicare un libro dalla copertina"!.
Tutte noi, chi più e chi meno, siamo state calamitate dall'immagine della copertina, dal titolo e poi, magari, dalla trama.
Del resto se la copertina fosse di valore minore le case editrici non si sforzerebbero di sfornarne tante così belle e accattivanti.
Nel mondo degli illustratori, però, ci sono delle eccezioni, bravissime illustratrici donne che sanno regalare più di un'emozione grazie alla loro creatività.
Ne è esempio DOREEN MINUTO una bravissima illustratrice che sa unire la sensualità all'eleganza e riesce a creare dei veri e propri quadri.
Ecco guardate qui
http://doreenminuto.com/gallery/index.html

Non è davvero bravissima?

L'amore ai tempi della crisi? Un vero affare!

Da notare che in tempi di crisi c'è una cosa che non conosce mai recensione ed è la voglia di sognare, come spiega la giornalista in questo interessante articolo.
Leggere per credere!

<
Due anni fa raccontavo ai miei lettori come gli americani si consolassero della crisi economica con alcuni beni di consumo a buon mercato e di immediato godimento. Le statistiche dell’industria editoriale ci rivelano che a quei prodotti ne va aggiunto un altro, soprattutto per le donne: i romanzi d’amore. Infatti, mentre l’editoria soffre, il genere rosa sembra immune alla crisi, anzi marcia ad andatura molto sostenuta, garantendo alle case editrici ricavi intono al miliardo e mezzo di dollari.

Non è una novità, è vero. Il romance è estremamente popolare negli Usa. Il 55 per cento dei tascabili venduti rientra in questo genere, che a sua volta ha una miriade di sottocategorie (rosa-storico, giallo-rosa, fantasy, contemporaneo, paranormale ecc). Oltre settemila titoli d'amore vengono pubblicati ogni anno, un numero che non ha pari in nessun altro genere di narrativa o saggistica. Si calcola che 75 milioni di americani (o meglio di americane) comprino almeno un romanzo rosa all’anno, ma le lettrici regolari, che ne acquistano anche cinque o sei al mese, sono quasi 30 milioni. Novemila scrittrici specializzate in storie d’amore fanno parte dell’associazione Romance Writers of America, che annualmente tiene un convegno al quale partecipano sia le stelle della letteratura romantica, sia migliaia di ammiratrici e appassionate del genere.
Il genere ”romance” costiene di avere nobili origini, e di discendere dal romanzo Pamela di Samuel Richardson del 1740 e da quell' Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen (1813) che viene considerato il capolavoro in assoluto del genere. Ma dopo aver vivacchiato per decenni nel Novecento in un angolo delle librerie, snobbato dai critici e dalle stesse case editrici, è esploso commercialmente negli Stati Uniti negli anni Settanta, quando Kathleen Woodiwiss ha scritto un libro che è ancora oggi considerato una pietra miliare della letteratura rosa: The Flame and the Flower (La Fiamma e il Fiore). La Woodiwiss rompeva con il romanzo casto del passato e apriva una nuova fase, detta dei bodice rippers (strappa-corpetto). Un tabù cadeva di colpo. Le eroine verginali e trepidanti destinate a conquistare il cuore del rude eroe grazie alla loro bellezza incontaminata e alla loro ingenuità, cedevano il passo a donne con sani ed energici appetiti. Si badi: le eroine sono rimaste sempre e comunque pure, mai promiscue. Il sesso di questi romanzi può essere vivace, alle volte al confine del soft-porn, ma è sempre e solo destinato all’uomo che incarna l’unico vero amore dell’eroina.

I critici continuano a snobbare questo genere che effettivamente non brilla per le sue eccelse qualità letterarie. Ma le case editrici oramai lo portano in palmo di mano e le librerie gli dedicano scaffali e scaffali pieni zeppi. E ora che si affermano i lettori digitali, il romance in versione eBook dilaga anche più prepotente. I maligni sostengono che l'eBook assicura alle lettrici l'anonimato, la possibilità cioè di divorare un romanzo d'amore in metropolitana, sulla sedia a sdraio, al bar, senza che nessuno sappia cosa stanno leggendo. Sullo screen potrebbe anche esserci Delitto e Castigo, o Madame Bovary. Ma - ammonisce la psicologa Judith Orloff - in una stagione di crisi, spesso si legge per trovare «un'oasi di calma e ottimismo», non tragedie e pessimismo.

Oltre il 60 per cento delle lettrici di romance è laureato e ha un buon lavoro. O almeno aveva. Adesso, con la crisi, tantissime donne americane si trovano disoccupate, o rassegnate a lavorare in posizioni meno prestigiose. Per molte di loro, tuffarsi nelle pagine di un romanzo rosa può essere un'esperienza consolatoria. Dopotutto, alla fine di circa duecento pagine (la lunghezza tipica di un libro del genere) si può star sicuri che ci sarà un lieto fine. «I romanzi d’amore si vendono sempre meglio durante periodi di crisi economica - conferma la signora Maureen Boylan, presidente della filiale del New Jersey della Romance Writers of America -. Non c'è da stupirsene. Vogliamo sfuggire ai problemi di tutti i giorni, e leggere qualcosa di piacevole, che finisca bene». Janet Evanovich, una delle autrici più note del genere, aggiunge: «Le eroine dei romance sono donne di carattere, tenaci, coraggiose, che sanno affrontare e superare le crisi. Nella nostra realtà contemporanea, sono un modello con cui ci si vuole identificare, perché ci dà conforto vederle vincere e trovare la felicità».

Source http://www.ilmessaggero.it/home_blog.php?blg=P&idb=724&idaut=9

lunedì 12 luglio 2010

film : Passione sotto la cenere

A Hazard of Hearts
UK (1987) 100 min

Regia :
John Hough

Cast :
Diane Rigg, Edward Fox, Helena Bonham Carter, Fiona Fullerton, Neil Dickson, Marcus Gilbert, Christopher Plummer, Stewart Granger, Anna Massey, Eileen Atkins.

Trama :
Prima pellicola delle quattro dedicate ai suoi libri nei primi anni novanta, questo film narra di una giovane perduta a carte dal padre e persa nuovamente a dadi dal laido vincitore in favore di un misterioso Marchese. Serena, questo il suo nome, verrà così condotta al castello di Mandrake e lì finirà per venire coinvolta in ogni sorta di intrighi e pericoli... non ultima anche una perigliosa cavalcata nella notte che la porterà dritta al cuore di Lord Vulcan.

Note:
Liberamente tratto dall'omonimo romanzo pubblicato in Inghilterra nel 1949, questo film TV conta nomi di attori famosi tra gli intepreti, a cominciare dalla stessa graziosa protagonista, Serena Staverly, interpretata da una giovane Helena Bonhan Carter (che ricordiamo nel più famoso "Camera con vista" o nel recente "Fight Club" accanto a Brad Pitt). Il protagonista maschile, il tenebroso ed affascinante Lord Justin Vulcan, è praticamente incarnato da Marcus Gilbert che, tra tutti gli attori che si sono intercambiati in ruoli simili negli altri film del ciclo, a nostro avviso risulta il migliore se non come recitazione sicuramente per il "fisique du role".

La madre di Justin è magistralmente interpretata da Diane Rigg, che da giovane è stata Emma Peel (la bruna compagna dell'Agente Speciale in "The Avengers"), mentre il brutale Lord Whrotham, che alla fine si ritroverà ad incrociare le lame con l'aitante marchese di Vulcan (in una scena che nel libro non esiste, ma che sembra fatta apposta per esaltare le doti di spadaccino di Gilbert) è Edward Fox, il famoso assassino de "Il giorno dello sciacallo".

Una citazione speciale va a Christopher Plummer che interpreta lo sfortunato padre di Serena ed a Stewart Granger che invece è il padre di Lord Justin.

GRAZIE a http://www.yadirs.net/barbaracartlandhomage/passione.html

in morte di Barbara Cartland

E' morta a 98 anni la scrittrice inglese: 723 romanzi rosa venduti in un miliardo di copie.
Sua figlia sposò il padre di Lady Diana
Barbara Cartland, Sua Maestà la regina del sentimento
Barbara Cartland, la mitica autrice di 723 romanzi rosa, tradotti in 36 lingue, un miliardo di copie vendute, è morta a 98 anni, tra due mesi ne avrebbe compiuti 99: si è spenta nel sonno dopo une breve malattia, nel suo letto di raso rosa, nella sua casa vittoriana di Campfield Place, nella campagna londinese.
Piangeranno tutte le loro lacrime le innumerevoli lettrici che affollano di lettere d' amore la sua home page su Internet, naturalmente tutta rosa e ornata da un tralcio di foglie di rosa senza spine.
Fino a poco tempo fa, dame Barbara, aveva continuato a scrivere «e non certo per i soldi, che non mi mancano», era solita dire nelle interviste che rilasciava in abito da sera con strascico, avvolta in un boa di piume rosa, seduta come una regina su una poltrona-trono di raso fuxia con i suoi due inseparabili cani: un labrador nero ai piedi e un candido pechinese in grembo.
Lei scriveva per il gusto di fare una buona azione «perché nel mondo c' è tanta sete di romanticismo». Due romanzi al mese - un ritmo che l' ha fatta entrare di slancio nel Guinness dei primati - sempre sullo stesso schema, antico e vincente: la ragazzina vergine come una rosa in bocciolo si innamora a prima vista di un trentenne possibilmente duca, comunque nobile.
Dopo le prime 150 pagine di avvenimenti dolorosi come la morte della mamma, una ferita in guerra, una caduta rovinosa da cavallo, una malattia mortale e una miracolosa guarigione, senza una sola riga di sesso ma con moltissime pagine di sentimento (qualcuno ha coniato per lei la definizione di «pornografa del sentimento») i due convolano a giuste nozze.
Sosteneva che c' era sempre qualcosa di autobiografico: anche lei era stata chiesta in sposa da un duca appena finite le scuole. Poi 49 pretendenti, tra cui un marchese e un viceré delle Indie... E aveva fatto in tempo a diventare amica di Lord Mountbatten e di «un italiano che metteva il fuoco addosso», Guglielmo Marconi.
Alla fine si era sposata con un certo ricchissimo Alexander che però aveva il vizio di bere di nascosto: il tempo di fare una figlia, Raine, e di divorziare. Raine, a sua volta, era diventata la seconda moglie di quel Lord Spencer, padre di Lady Diana.
E così la grande manager del rosa si era in un certo modo imparentata con la casa reale: poteva dire che la regina Elisabetta è una gran donna, che non ha mai fatto un passo falso e che Carlo non aveva un gran fascino al momento delle nozze con la sua mirabile nipotastra, «ma si farà».
E ancora, dopo un fidanzamento di otto anni per non rischiare un' altra scelta affrettata, la Cartland aveva sposato Hugh McCorquodale, padre del figlio maschio a lungo desiderato. Un matrimonio che andò benissimo perché Barbara aveva la sua ricetta, che regalava a chi voleva ascoltarla: una luna di miele ogni anno per passare tutti i pomeriggi a fare l' amore, «perché gli uomini sono sempre così stanchi la sera e nei weekend pensano soltanto allo sport!».
Nelle pagine dei suoi romanzi di consigli del genere ne dà a bizzeffe: il primo e fondamentale è sempre la castità prematrimoniale, per non essere considerata dall' amato bene una donna da strapazzo. E a chi le faceva notare che la sua era una morale un po' vecchiotta, lei diceva sì, ma è più che mai di moda oggi, nei giorni dell' Aids.

di Giulia Borgese http://archiviostorico.corriere.it/2000/maggio/22/Barbara_Cartland_Sua_Maesta_regina_co_0_0005228200.shtml

Barbara Cartland

Dame Mary Barbara Hamilton Cartland (Edgbaston, 9 luglio 1901 – Hatfield, 21 maggio 2000) è stata una scrittrice britannica, in particolare di romanzi rosa e novelle romantiche.

Ha scritto oltre 730 romanzi ed è, con oltre un miliardo di copie vendute, la terza autrice di maggior successo di tutti i tempi, superata solamente da William Shakespeare e Agatha Christie.

È stata una delle più popolari personalità dei media britannici, soprattutto tra gli anni Settanta e Novanta, grazie a numerose apparizioni televisive e partecipazioni ad eventi mondani in cui era sistematicamente vestita in rosa.

Nacque nel 1901 presso Edgbaston, Birmingham, unica figlia del maggiore Bertram Cartland e Mary Scobell. Il padre morì il 28 maggio 1918 nel corso della terza battaglia dell'Aisne, Il nonno paterno, James Cartland, si suicidò a causa di un crack finanziario.

La scrittrice ebbe due fratelli, morti entrambi in combattimento durante la battaglia di Dunkerque nel 1940, uno di essi era parlamentare.

Si sposò con Alexander McCorquodale nel 1927, ma divorziò nel 1933, per risposarsi nel 1936 con Hugh McCorquodale, cugino del primo marito.

Morì nel 2000, a meno di due mesi dal novantanovesimo compleanno.

giovedì 27 maggio 2010

Uno dei più famosi Attori di Fotoromanzi: FRANCO GASPARRI

Alla domanda di una fan nel 1974 " Che cosa ti esalta?" rispondeva così: " Una corsa in moto". Erano i tempi d’oro del fotoromanzo che coincidevano con il suo enorme successo, ma mentre correva sul raccordo anulare con la sua Kawasaki 900 il destino gli preparava il conto. Una frattura alle vertebre cervicali fu il risultato del terribile incidente; rimase un mese in rianimazione e poi fu trasferito in Inghilterra all'ospedale di Stoke Mandeville, dove rimase per 5 lunghi mesi, nella speranza che il mitico professor Kao gli restituisse l'uso delle gambe, ma non ci fu niente da fare. Franco rimase paralizzato per sempre, sia alle gambe che alle braccia, riuscendo a muovere appena un pò le mani. Il padre Rodolfo non resse al dispiacere e pochi mesi dopo, morì.

Nel 73 si era diffusa la notizia (una bufala) che Franco Gasparri ed un altro attore di fotoromanzi Pierre Clement (che nel cinema aveva lavorato in alcuni film western di Sergio Leone con lo pseudonimo di Peter Lee Lawrence) fossero morti, e centinaia di lettrici avevano scritto e telefonato alla Lancio preoccupate per la sorte dei loro beniamini; bufala o premonizione? Anche Pierre Clement fu molto sfortunato: stette tra la vita e la morte per molto tempo a causa di una embolia scoppiata mentre faceva un'immersione subacquea, e, ripresosi dall’intervento alla testa, morì circa un anno dopo.

"Ero bello, ricco, famoso, spensierato, pieno di speranze e di progetti, felice. A un tratto tutto questo è finito"

Franco GasparriRicordava così il momento del suo terribile incidente avvenuto il 4/6/1980, il bravissimo e bellissimo attore di cinema e fotoromanzi scomparso prematuramente a Roma il 28/3/1999 a soli 50 anni, all'Ospedale S. Carlo di Nancy, per una insufficienza respiratoria. Era nato a Roma il 31/10/1948, sotto il segno dello scorpione, ma dopo quindici giorni era tornato a Senigallia, città di origine della sua famiglia.
Solo ad undici anni si era ritrasferito a Roma con la famiglia: il fratello Franco Junior più giovane di lui di circa sedici anni, la madre Violetta Pernini e il padre Rodolfo, pittore, disegnatore e cartellonista di grande talento, autore di alcuni dei più noti film usciti negli anni 50. Il padre era originario di Castelfidardo dove ancora oggi vi è una mostra permanente dedicata a lui.
Fu sognando davanti a quei manifesti per lui così familiari che gli venne la passione per il cinema, partecipò infatti come comparsa ad alcuni film del genere mitologico per prendere confidenza con il set. Non si sentiva portato per lo studio e abbandonò la scuola mentre frequentava il terzo anno all'Istituto Tecnico Bernini.
Il servizio militare lo fece a Pisa, nei paracadutisti, e qui conobbe un famoso attore di fotoromanzi: Luis La Torre, che gli consigliò di tentare la carriera nel mondo dello spettacolo mandando delle foto alle principali case editrici. Al ritorno Franco seguì il suo consiglio e riuscì ad interpretare un fotoromanzo per Sogno, allora di proprietà della Rizzoli, che si intitolava "Rendetemi mia figlia", e in cui appariva al fianco di Patrizia Ceccarini e Renato Stazzonelli col suo vero nome: Gianfranco Gasparri.
Era il 1970, il fotoromanzo era pure carino, ma la casa editrice non lo richiamò. Trovò invece lavoro alla Lancio, malgrado il suo taglio di capelli corto non gli donasse. Poi i capelli crebbero ed anche il suo fascino, e le sue quotazioni salirono alle stelle.
La Rizzoli si pentì amaramente di non averlo fatto lavorare e gli offrì dei compensi da capogiro per riaverlo, ma Franco rimase fedele alla Lancio. Nel 1975 Franco riuscì ad avere anche un sosia disegnato, la Lancio infatti, sfruttando l'enorme popolarità di alcuni suoi attori, pubblicò Lanciostory, una rivista a fumetti in cui comparivano i personaggi dello seriale Jacques Douglas: Ken Rogers e Dan Sharrett (Franco Gasparri e Kirk Morris). La serie andò avanti un anno, ma il giornale esiste ancora oggi.
La Lancio iniziò a pubblicare fotoromanzi anche in Inghilterra e si convinse che fuori dall'Italia fosse più opportuno dare nomi d'arte agli attori (a differenza dei paesi latini, nei quali i nomi rimasero inalterati); fu così che Michela Roc venne chiamata Maggie Rogers, Adriana Rame divenne Anna Rivers e Claudia Rivelli Marion Martin; Franco Gasparri però continuò ad essere sempre Franco Gasparri, era così famoso da non dover cambiare nome.
Fu un susseguirsi di successi uno dietro l’altro nelle pagine delle riviste Lancio, lette da milioni di fans in tutto il mondo. E i produttori cinematografici avendo fiutato l’affare gli fecero una corte serrata. Volevano portare sullo schermo i personaggi che lo avevano reso famoso, come Ken Rogers, l’investigatore privato della fortunata serie "Le avventure di Jacques Douglas", ma lui non volle mai rifare il verso alla Lancio, per la quale provava una riconoscenza enorme, e recitò nel cinema solo tra un fotoromanzo e l’altro, quando gli fu finalmente proposto qualcosa di convincente. Interpretò "La preda" e "La peccatrice", entrambi con Zeudi Araya, ma la grande occasione che aspettava gli capitò con una fortunata serie poliziesca. Il regista Stelvio Massi gli affidò infatti il ruolo di protagonista con il personaggio di Mark Terzi, commissario della squadra narcotici in: "Mark il poliziotto", successo poi bissato da "Mark colpisce ancora" e "Mark il poliziotto spara per primo". Fu scelto proprio grazie alla sua notorietà e alla sua bravura, ma nessuno, neanche nelle più rosee previsioni, avrebbe mai sperato un successo così clamoroso di botteghino: "Mark il poliziotto" costò 208 milioni e incassò miliardi di Lire. A Milano, dove si girò uno di questi film, l’albergo dove Franco alloggiava fu letteralmente preso d’assalto da una folla scatenata di ammiratrici. Ma Franco rimase sempre una persona semplice, il successo non l'aveva cambiato, abitava a Roma, ma tornava spesso a Senigallia, dove vivevano ancora i parenti: il nonno Marino, pescatore, la nonna Adalgisa, alla quale era molto legato, e gli zii.

Il fotoromanzo aveva conosciuto il momento di massimo splendore proprio negli anni 70, di pari passo al successo di questo incredibile personaggio, amato sia dalle donne che dagli uomini; Franco era molto più di due bellissimi occhi verdi, era l’amico che tutti avremmo voluto avere, un uomo alla mano e di sanissimi principi. I colpi di testa li riservava soltanto alle pagine dei fotoromanzi, dove ad ogni avventura aveva accanto una partner diversa, sempre brava e bellissima: Michela Roc, Paola Pitti, Katiuscia, Barbara De Rossi, Claudia Rivelli, sua sorella Francesca, anche lei passata al cinema con successo con lo pseudonimo di Ornella Muti. Nel fotoromanzo preferito da Franco "troppo piccola per l’amore", Ornella ha solo quattordici anni. In circa dieci anni di lavoro alla Lancio, Franco ha interpretato 429 fotoromanzi, di cui 390 da protagonista. I suoi personaggi sono stati di ogni tipo: dal falegname al dirigente di industria, dallo scrittore all'’investigatore privato. Franco li studiava nei minimi particolari, per dare sempre il meglio di sè e perchè credeva moltissimo nel fotoromanzo e voleva dimostrare a tutti che era un genere che si era culturalmente molto elevato dai primi e criticati "giornaletti per massaie" degli anni 50. In quegli anni si fece un sondaggio per votare l'uomo più bello e amato d'Italia. Il sondaggio fu vinto da Franco, ma in Tv fecero risultare vincitore Marcello Mastroianni, perchè era più conosciuto al pubblico del cinema e della Tv.

Franco era un simbolo degli anni 70, non a caso era stato eletto uno dei primi cinque uomini di successo italiani di quegli anni, riceveva migliaia di lettere e nella sua bella casa di Via Gregorio VII, vicino a S. Pietro, le conservava in una stanza dedicata interamente ai ricordi. Le sue fans gli sono state di grande conforto nel momento della disperazione, dopo il terribile incidente che lo aveva inchiodato senza speranza ad una sedia a rotelle, e gli hanno dato la forza interiore che Franco trasmetteva ai suoi familiari: la moglie Stella Macallè, che aveva conosciuto nel 69 (scomparsa di malattia nel 94), e le figlie Stellina e Luna.
Franco amava il gioco del calcio, e prima dell'incidente aveva giocato regolarmente in alcune squadre: la Vejana, la Tomba di Nerone e l'Epiro; proprio nell'ultimo campionato era stato il capocannoniere. La passione per il calcio gli era rimasta anche dopo l'incidente, ed ogni domenica si recava allo stadio a tifare per la Lazio, dove aveva molti amici, anche fra i giocatori.

Niente più cavalcate in riva al mare col suo cavallo Folgore, niente più pesca subacquea nel mare di Lampedusa, niente più partite di calcio, il suo sport preferito, niente più...

(Source: http://www.fotoromanzi-topilio.it/ATTORI/francogasparri/francogasparriunavitadafotoromanzo.htm)
******************************************************************************************
Ricordo che da bambina le mie zie, appena poco più grandi di me, adolescenti, erano assidue lettrici di fotoromanzi. Innamoratissime di Gasparri e in fondo, è sempre piaciuto anche a me. Era bellissimo e pare che fosse una gran persona anche fuori dai set.
Oggi occasionalmente acquisto (attraverso e-bay)i fotoromanzi degli anni 70, specialmente quelli in cui c'è lui. Mi proiettano in un mondo che, forse, era educolcorato anche per quei tempi (se ricordo i tg serali pieni di spari, rapine, omicidi, mafia, terrorismo, morti per droga...)ma che danno l'idea di come il mondo sia davvero cambiato, una rivoluzione francese nei costumi.
Allora nei fotoromanzi non si dicevano parolacce, non c'erano scene di nudo, caso mai qualche ardita foto dei protagonisti a letto, lui forse a torso nudo, lei mai. Le protagoniste erano, nonostante fossero gli anni forti del femminismo, sempre sognatrici e romantiche anche quando vivevano da sole, avevano un loro lavoro...Sognavano sempre l'uomo e l'amore.
In fondo, il richiamo della felicità è sempre il medesimo, un compagno, qualcuno che ti ami per come sei, una vita insieme...Come diceva Miss Marple, l'uomo (essere umano) è sempre uguale a se stesso.
E io dico che si, ha ragione lei, in fondo che siano angeli, demoni, highlander, conti rubacuori, pericolosi truffaldini, dottori dal cuore d'oro...Ci catturano sempre il cuore.
Franco Gasparri ha interpretato centinaia di ruoli ed era bravo oltre che bello, perciò maggiormente credibile.
Che riposi nella luce.