il mio posto è con te

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giovedì 27 maggio 2010

Uno dei più famosi Attori di Fotoromanzi: FRANCO GASPARRI

Alla domanda di una fan nel 1974 " Che cosa ti esalta?" rispondeva così: " Una corsa in moto". Erano i tempi d’oro del fotoromanzo che coincidevano con il suo enorme successo, ma mentre correva sul raccordo anulare con la sua Kawasaki 900 il destino gli preparava il conto. Una frattura alle vertebre cervicali fu il risultato del terribile incidente; rimase un mese in rianimazione e poi fu trasferito in Inghilterra all'ospedale di Stoke Mandeville, dove rimase per 5 lunghi mesi, nella speranza che il mitico professor Kao gli restituisse l'uso delle gambe, ma non ci fu niente da fare. Franco rimase paralizzato per sempre, sia alle gambe che alle braccia, riuscendo a muovere appena un pò le mani. Il padre Rodolfo non resse al dispiacere e pochi mesi dopo, morì.

Nel 73 si era diffusa la notizia (una bufala) che Franco Gasparri ed un altro attore di fotoromanzi Pierre Clement (che nel cinema aveva lavorato in alcuni film western di Sergio Leone con lo pseudonimo di Peter Lee Lawrence) fossero morti, e centinaia di lettrici avevano scritto e telefonato alla Lancio preoccupate per la sorte dei loro beniamini; bufala o premonizione? Anche Pierre Clement fu molto sfortunato: stette tra la vita e la morte per molto tempo a causa di una embolia scoppiata mentre faceva un'immersione subacquea, e, ripresosi dall’intervento alla testa, morì circa un anno dopo.

"Ero bello, ricco, famoso, spensierato, pieno di speranze e di progetti, felice. A un tratto tutto questo è finito"

Franco GasparriRicordava così il momento del suo terribile incidente avvenuto il 4/6/1980, il bravissimo e bellissimo attore di cinema e fotoromanzi scomparso prematuramente a Roma il 28/3/1999 a soli 50 anni, all'Ospedale S. Carlo di Nancy, per una insufficienza respiratoria. Era nato a Roma il 31/10/1948, sotto il segno dello scorpione, ma dopo quindici giorni era tornato a Senigallia, città di origine della sua famiglia.
Solo ad undici anni si era ritrasferito a Roma con la famiglia: il fratello Franco Junior più giovane di lui di circa sedici anni, la madre Violetta Pernini e il padre Rodolfo, pittore, disegnatore e cartellonista di grande talento, autore di alcuni dei più noti film usciti negli anni 50. Il padre era originario di Castelfidardo dove ancora oggi vi è una mostra permanente dedicata a lui.
Fu sognando davanti a quei manifesti per lui così familiari che gli venne la passione per il cinema, partecipò infatti come comparsa ad alcuni film del genere mitologico per prendere confidenza con il set. Non si sentiva portato per lo studio e abbandonò la scuola mentre frequentava il terzo anno all'Istituto Tecnico Bernini.
Il servizio militare lo fece a Pisa, nei paracadutisti, e qui conobbe un famoso attore di fotoromanzi: Luis La Torre, che gli consigliò di tentare la carriera nel mondo dello spettacolo mandando delle foto alle principali case editrici. Al ritorno Franco seguì il suo consiglio e riuscì ad interpretare un fotoromanzo per Sogno, allora di proprietà della Rizzoli, che si intitolava "Rendetemi mia figlia", e in cui appariva al fianco di Patrizia Ceccarini e Renato Stazzonelli col suo vero nome: Gianfranco Gasparri.
Era il 1970, il fotoromanzo era pure carino, ma la casa editrice non lo richiamò. Trovò invece lavoro alla Lancio, malgrado il suo taglio di capelli corto non gli donasse. Poi i capelli crebbero ed anche il suo fascino, e le sue quotazioni salirono alle stelle.
La Rizzoli si pentì amaramente di non averlo fatto lavorare e gli offrì dei compensi da capogiro per riaverlo, ma Franco rimase fedele alla Lancio. Nel 1975 Franco riuscì ad avere anche un sosia disegnato, la Lancio infatti, sfruttando l'enorme popolarità di alcuni suoi attori, pubblicò Lanciostory, una rivista a fumetti in cui comparivano i personaggi dello seriale Jacques Douglas: Ken Rogers e Dan Sharrett (Franco Gasparri e Kirk Morris). La serie andò avanti un anno, ma il giornale esiste ancora oggi.
La Lancio iniziò a pubblicare fotoromanzi anche in Inghilterra e si convinse che fuori dall'Italia fosse più opportuno dare nomi d'arte agli attori (a differenza dei paesi latini, nei quali i nomi rimasero inalterati); fu così che Michela Roc venne chiamata Maggie Rogers, Adriana Rame divenne Anna Rivers e Claudia Rivelli Marion Martin; Franco Gasparri però continuò ad essere sempre Franco Gasparri, era così famoso da non dover cambiare nome.
Fu un susseguirsi di successi uno dietro l’altro nelle pagine delle riviste Lancio, lette da milioni di fans in tutto il mondo. E i produttori cinematografici avendo fiutato l’affare gli fecero una corte serrata. Volevano portare sullo schermo i personaggi che lo avevano reso famoso, come Ken Rogers, l’investigatore privato della fortunata serie "Le avventure di Jacques Douglas", ma lui non volle mai rifare il verso alla Lancio, per la quale provava una riconoscenza enorme, e recitò nel cinema solo tra un fotoromanzo e l’altro, quando gli fu finalmente proposto qualcosa di convincente. Interpretò "La preda" e "La peccatrice", entrambi con Zeudi Araya, ma la grande occasione che aspettava gli capitò con una fortunata serie poliziesca. Il regista Stelvio Massi gli affidò infatti il ruolo di protagonista con il personaggio di Mark Terzi, commissario della squadra narcotici in: "Mark il poliziotto", successo poi bissato da "Mark colpisce ancora" e "Mark il poliziotto spara per primo". Fu scelto proprio grazie alla sua notorietà e alla sua bravura, ma nessuno, neanche nelle più rosee previsioni, avrebbe mai sperato un successo così clamoroso di botteghino: "Mark il poliziotto" costò 208 milioni e incassò miliardi di Lire. A Milano, dove si girò uno di questi film, l’albergo dove Franco alloggiava fu letteralmente preso d’assalto da una folla scatenata di ammiratrici. Ma Franco rimase sempre una persona semplice, il successo non l'aveva cambiato, abitava a Roma, ma tornava spesso a Senigallia, dove vivevano ancora i parenti: il nonno Marino, pescatore, la nonna Adalgisa, alla quale era molto legato, e gli zii.

Il fotoromanzo aveva conosciuto il momento di massimo splendore proprio negli anni 70, di pari passo al successo di questo incredibile personaggio, amato sia dalle donne che dagli uomini; Franco era molto più di due bellissimi occhi verdi, era l’amico che tutti avremmo voluto avere, un uomo alla mano e di sanissimi principi. I colpi di testa li riservava soltanto alle pagine dei fotoromanzi, dove ad ogni avventura aveva accanto una partner diversa, sempre brava e bellissima: Michela Roc, Paola Pitti, Katiuscia, Barbara De Rossi, Claudia Rivelli, sua sorella Francesca, anche lei passata al cinema con successo con lo pseudonimo di Ornella Muti. Nel fotoromanzo preferito da Franco "troppo piccola per l’amore", Ornella ha solo quattordici anni. In circa dieci anni di lavoro alla Lancio, Franco ha interpretato 429 fotoromanzi, di cui 390 da protagonista. I suoi personaggi sono stati di ogni tipo: dal falegname al dirigente di industria, dallo scrittore all'’investigatore privato. Franco li studiava nei minimi particolari, per dare sempre il meglio di sè e perchè credeva moltissimo nel fotoromanzo e voleva dimostrare a tutti che era un genere che si era culturalmente molto elevato dai primi e criticati "giornaletti per massaie" degli anni 50. In quegli anni si fece un sondaggio per votare l'uomo più bello e amato d'Italia. Il sondaggio fu vinto da Franco, ma in Tv fecero risultare vincitore Marcello Mastroianni, perchè era più conosciuto al pubblico del cinema e della Tv.

Franco era un simbolo degli anni 70, non a caso era stato eletto uno dei primi cinque uomini di successo italiani di quegli anni, riceveva migliaia di lettere e nella sua bella casa di Via Gregorio VII, vicino a S. Pietro, le conservava in una stanza dedicata interamente ai ricordi. Le sue fans gli sono state di grande conforto nel momento della disperazione, dopo il terribile incidente che lo aveva inchiodato senza speranza ad una sedia a rotelle, e gli hanno dato la forza interiore che Franco trasmetteva ai suoi familiari: la moglie Stella Macallè, che aveva conosciuto nel 69 (scomparsa di malattia nel 94), e le figlie Stellina e Luna.
Franco amava il gioco del calcio, e prima dell'incidente aveva giocato regolarmente in alcune squadre: la Vejana, la Tomba di Nerone e l'Epiro; proprio nell'ultimo campionato era stato il capocannoniere. La passione per il calcio gli era rimasta anche dopo l'incidente, ed ogni domenica si recava allo stadio a tifare per la Lazio, dove aveva molti amici, anche fra i giocatori.

Niente più cavalcate in riva al mare col suo cavallo Folgore, niente più pesca subacquea nel mare di Lampedusa, niente più partite di calcio, il suo sport preferito, niente più...

(Source: http://www.fotoromanzi-topilio.it/ATTORI/francogasparri/francogasparriunavitadafotoromanzo.htm)
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Ricordo che da bambina le mie zie, appena poco più grandi di me, adolescenti, erano assidue lettrici di fotoromanzi. Innamoratissime di Gasparri e in fondo, è sempre piaciuto anche a me. Era bellissimo e pare che fosse una gran persona anche fuori dai set.
Oggi occasionalmente acquisto (attraverso e-bay)i fotoromanzi degli anni 70, specialmente quelli in cui c'è lui. Mi proiettano in un mondo che, forse, era educolcorato anche per quei tempi (se ricordo i tg serali pieni di spari, rapine, omicidi, mafia, terrorismo, morti per droga...)ma che danno l'idea di come il mondo sia davvero cambiato, una rivoluzione francese nei costumi.
Allora nei fotoromanzi non si dicevano parolacce, non c'erano scene di nudo, caso mai qualche ardita foto dei protagonisti a letto, lui forse a torso nudo, lei mai. Le protagoniste erano, nonostante fossero gli anni forti del femminismo, sempre sognatrici e romantiche anche quando vivevano da sole, avevano un loro lavoro...Sognavano sempre l'uomo e l'amore.
In fondo, il richiamo della felicità è sempre il medesimo, un compagno, qualcuno che ti ami per come sei, una vita insieme...Come diceva Miss Marple, l'uomo (essere umano) è sempre uguale a se stesso.
E io dico che si, ha ragione lei, in fondo che siano angeli, demoni, highlander, conti rubacuori, pericolosi truffaldini, dottori dal cuore d'oro...Ci catturano sempre il cuore.
Franco Gasparri ha interpretato centinaia di ruoli ed era bravo oltre che bello, perciò maggiormente credibile.
Che riposi nella luce.

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