Il fuilleton è l'antenato del fotoromanzo. Significa letteralmente "spazio in fondo alla pagina" (in gergo giornalistico taglio basso). Nasce in Francia l'1 /7/1836 ed è una forma di romanzo popolare a puntate, creato appositamente per aumentare le vendite dei quotidiani.
L'8 maggio 1947 esce il primo vero e proprio fotoromanzo, la testata si chiama "Il mio sogno" (in seguito chiamato solo Sogno e acquistata dalla Lancio nel 1975) ed è il risultato dell'intraprendSognoenza del giovane romano Stefano Reda, giornalista appassionato di letteratura, e della fiducia accordatagli da Giorgio Camis De Fonseca, socio di Rizzoli e dirigente della Editrice Novissima di Roma, che lo finanzia. Sulla rivista c'è scritto: settimanale di romanzi d'amore a fotogrammi, ancora non appare la parola fotoromanzo. La rivista si compone di dodici pagine in bianco e nero e due puntate di fotoromanzi intervallati da racconti e rubriche, venduta al prezzo di 20 Lire. I soggetti sono dello stesso Stefano Reda e di Luciana Peverelli, scrittrice affermata di romanzi rosa. Nel fondo del cuore di Stefano Reda e Menzogne d'amore di Luciana Peverelli con protagonisti Glauco Selva e Resi Farrel sono i primi due fotoromanzi pubblicati. Pochi mesi dopo l'uscita del primo Sogno, esce Bolero, altra testata storica di fotoromanzi. A onor del vero un anno prima, nel 1946, usciva Grand Hotel, ma i suoi romanzi erano solo disegnati, non vi erano ancora le foto, poi si cominciò inserendo nelle vignette disegnate le fotografie dei volti, per poi arrivare alla sola fotografia.
Siamo ancora nel dopoguerra ed il fotoromanzo insegna a leggere a molte ragazze italiane. Le eroine sono sempre povere e romantiche, ma coraggiose e decise, per regalare speranze e a volte illusioni a gente semplice che ha bisogno di sogni. Come riporta il libro Le carte rosa di Ermanno Detti, che prende in esame l'evoluzione del fotoromanzo nel linguaggio, nei contenuti e nell'immagine, la storia delle carte rosa non è tanto la storia di come eravamo o di come siamo, quanto di come sognavamo e di come sognamo.
Tuttavia le prime proposte di storie a fotogrammi non sono storie inedite, ma sequenze di immagini tratte da film con l'aggiunta di didascalie; anche la Lancio con la testata Cineromanzi nata nel 1957 segue questa strada, pubblicando nei primissimi numeri immagini tratte dai film: La principessa Sissi con Romy Schneider, Violenza sull'autostrada con Luisa Ferida, Eliana e gli uomini con Ingrid Bergman. Nel n.9 del settembre 1957 pubblicizza la prima selezione Lancio vinta da Cristina Lauro ed Edoardo Chigi per partecipare al fotoromanzo L'uomo che segnò il mio destino, successivamente pubblicato dal settimanale Polvere di Stelle, rivista di un'altra casa editrice. Un po' l'antenato del concorso I ragazzi Dedem, di qualche anno fa.
I primi teatri di posa (niente a che vedere con quelli di oggi della Lancio), erano nel capannone di via Romanello da Forlì, al prenestiano. Lì, con un compenso di cinquecento lire per comparsata, gli aspiranti attori sognavano una sfolgorante carriera come quella di Sofia Loren o di Gina Lollobrigida . Il primo numero è subito esaurito in edicola e per il secondo la tiratura viene raddoppiata. Si tratta ancora di storie semplici realizzate con una tecnica rozza, ma il brutto anatroccolo si trasformerà presto in cigno.
Negli anni 60 nascono tante nuove testate prestigiose alla Lancio: Letizia, Charme, Marina, Jacques Douglas, Lucky Martin, ecc., la Lancio addirittura vola a Parigi e a New York per realizzare alcune delle sue più famose produzioni. E' a questa casa editrice soprattutto che si deve la qualità di questo genere che ha appassionato milioni di lettori in tutto il mondo.
La Lancio nasce nel 1936 dall'indimenticabile Arturo Mercurio come società di pubblicità, da qui il nome Lancio (da lancio pubblicitario).
Sono solo canzonette canta Edoardo Bennato, ma la "canzonetta" piace a moltissimi e non può essere considerata un sottoprodotto culturale; la stessa cosa vale per i fotoromanzi, una lettura per lungo tempo considerata minore, in passato anche immorale e inadatta alle adolescenti dai cosidetti benpensanti (gente che probabilmente non aveva sfogliato un solo fotoromanzo della Lancio), ma che ha acquistato una diffusione tale da non dover essere sottovalutata, un vero fenomeno culturale del ventesimo secolo. Sono passati gli anni e finalmente vengono riconosciuti al fotoromanzo i giusti meriti. Finalmente la televisione si interessa a questo genere dedicando ampi servizi alla Lancio e agli attori. Negli anni 70 invece, nel boom del successo, i Mass Media si sono poco occupati del fotoromanzo, snobbandolo; chi non ha snobbato gli attori sono stati invece i produttori cinematografici, che hanno corteggiato spesso Katiuscia, Claudia Rivelli, Michela Roc e soci, spinti dalla grande popolarità di questi attori e con la speranza di incassi miliardari. Franco Gasparri ne è l'esempio lampante. Il regista Stelvio Massi alla domanda "come scelse Franco Gasparri" risponde così:
Venne scelto grazie alla straordinaria notorietà che si era saputo conquistare sui fotoromanzi della 'Lancio". Ne venivano venduti cinque milioni al mese e da un sondaggio dell'epoca si calcolò che ogni mese erano oltre quindici milioni le persone che li leggevano. Allora con la P.A.C facemmo due calcoli..: diciamo che al cinema non vengono quindici milioni di persone sennò fai questo film e ti sistemi per tutta la vita, nemmeno cinque, nemmeno la metà... diciamo la meta della metà. Ahò ... so' venuti al cinema! Il film costò 208 milioni, uscì il primo agosto 1975 al Metropolitan e alla fine del mese aveva già incassato oltre 7 miliardi. Quelli della P.A.C. non ci credevano, tantomeno io. Ricordo che mentre giravamo il primo "Mark" c'era Mogherini che girava "Culastriscie nobile veneziano" sempre della stessa casa produttrice. Tutti mi sfottevano dicendo che io avevo rifatto La corazzata Potemkin... poi Mogherini non fece una lira ed il mio film fu l 'incasso dell'anno. Da un gioco diventò una cosa seria. Ne abbiamo fatti tre uno appresso all'altro e ancora oggi mi chiedo come abbiamo fatto ad incassare simili cifre con dei film a costo così ridotto.
Nel 1976 la tiratura delle varie case editrici raggiungeva in Italia la quota di oltre ottomilioni e seicentomila copie al mese. Nascono nuovi miti al pari di Marylin Monroe o James Dean; le ragazze italiane appendono alle pareti le foto dei loro attori preferiti: Franco Gasparri, Jean Mary Carletto, Claudia Rivelli, Michela Roc e Katiuscia sono i loro idoli e molte di loro fanno la fila fuori dai cancelli della Lancio per poterli vedere.
Dopo quarant'anni di vita questo genere di lettura è riconosciuto ormai senza più i pregiudizi di un tempo come espressione della narrativa popolare, la cosidetta letteratura rosa.
(TESTO di http://www.fotoromanzi-topilio.it/MIA%20PAGINA%20WEB/sorrisi%20fotoromanzi%20e%20tv/ilfotoromanzoquarantannimanonlidimostra.htm)
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